Intervista a Andrea Aperuta
21 Gennaio 2020
Continua la serie di interviste ai biancorossi. È oggi il turno di Andrea Aperuta, l’attaccante biancorosso artefice di un ottimo campionato nella passata stagione e quest’anno, a mezzo servizio per vari motivi di forza maggiore.
Andrea, nella passata stagione hai disputato un ottimo campionato come la ricordi?
<<La passata stagione è stata importante sia a livello di squadra che personale, fatta di uomini prima, e di calciatori poi. Granito, Milianti, Stampa, Saitta ed io fare da chioccia ai più giovani; un mix letale che è riuscito a fare più punti di tutti nel girone di ritorno, ben 38. Poi se ci mettiamo anche i 14 gol personali quasi tutti decisivi è stato tutto ancora più bello>>
Non stai vivendo, anche a causa degli infortuni, la migliore stagione della tua carriera. Le tue impressioni su questa prima parte di stagione
<<Purtroppo quest’anno tra squalifiche e infortuni non ho ancora potuto dare un contributo importante alla causa e questo mi dispiace tanto perché ho voglia di aiutare i miei compagni, soffrire con loro e soprattutto gioire il più possibile. La prima parte è stata un po’ anomala, andiamo a sprazzi e vampate ed è un peccato visto il campionato al ribasso rispetto alla passata stagione perché se facciamo due o tre vittorie consecutive ci possiamo divertire>>
Come stai? Pensi di rientrare per domenica quando affronteremo il Baldaccio Bruni?
<<Sto abbastanza bene, penso e spero di essere a disposizione per domenica in casa con il Baldaccio Bruni>>
I tifosi ci hanno sempre fatto sentire il loro affetto e la loro vicinanza, in casa e fuori e non è facile trovare questo spessore in questa categoria.
<<I tifosi sono molto importanti, anzi fondamentali, io sono rimasto ed ho accettato la proposta della Colligiana ad agosto soprattutto per loro, è da stimolo per tutti avere 10-20-30-100 tifosi che ti seguono ogni domenica, e non è scontato>>
Da cosa deriva il tuo soprannome di serpe?
<<Il soprannome serpe? Sono sincero non so il vero motivo; mi hanno cominciato a chiamare così, subito dopo il gol nel derby di coppa di settembre, dove vincemmo in casa. Un soprannome che mi piace tanto>>.
Che cos’è il calcio per te?
<<Il calcio per me è tutto. Ho iniziato nel 1994 a 5 anni. Sono riuscito a fare quello che desideravo e ad esaudire il mio sogno in parte. Sono diventato professionista, poi a 23 anni sono sceso nei dilettanti, ritagliandomi quasi sempre un posto da protagonista. Avrei potuto fare di più? Si, e se non sono riuscito a fare di più la colpa è quasi ed esclusivamente mia. Indietro non si torna e va bene così>>
Quali sono stati, finora, il momento più bello e il momento più brutto della tua carriera?
<<Momenti infelici ne ho passati tanti, ma preferisco concentrarmi su quelli positivi>>
Il calcio è davvero un “gioco semplice” come sostiene qualcuno?
<<Il calcio è un gioco semplice se hai le pedine, i mezzi e tutti i presupposti per fare bene, sennò diventa un “pochino“ più complicato>>
C’è un goal che non ti dimenticherai mai?
<<I gol che non dimenticherò mai sono quelli realizzati al “Paolo Mazza” alla SPAL, la doppietta al Ravenna e il gol nel derby al Poggibonsi di Coppa Italia>>
Quale è l’allenatore che ha più inciso su di te?
<<L’allenatore che ha inciso di più sicuramente è Ettore Donati quando ero in Primavera a Empoli>>
Con quale giocatore ti sei trovato meglio in carriera?
<<In carriera ho giocato insieme a tanti attaccanti forti, Caturano, Eder, Fabbrini, Mchedlidze, Saponara, Fioretti, Alteri, chi più ne ha più ne metta, ma mi sono trovato veramente bene con Jonathan Granito l’anno scorso, forse perché non c’era nemmeno bisogno di parlare, ci capivamo alla perfezione>>
Un sogno nel cassetto?
<<Un sogno? Potermi permettere tutto quello che voglio, essere l’artefice del mio destino, “essere il vento e non la foglia” e questo vale anche per la Colligiana di quest’anno. Perché la squadra c’è, il gruppo è forte e se ci crediamo tutti insieme possiamo raggiungere i playoff>>.
Grazie Andrea.
